Pubblicato
Ultimo aggiornamento
tempo di lettura

Bollettino IACM del 23 ottobre 2005

Authors

Scienza — I pazienti con malattie infiammatorie intestinali possono avere effetti positivi dai cannabinoidi

I pazienti con malattie infiammatorie intestinali possono avere effetti positivi dai farmaci ottenuti dalla cannabis, secondo alcuni scienziati inglesi. Un gruppo della Bath University ha trovato molti recettori CB2 per i cannabinoidi in certi tessuti intestinali dei malati. Gli scienziati ritengono che ciò sia parte del tentativo dell’organismo di ridurre l’infiammazione e che dare un farmaco che si leghi a questi recettori potrebbe potenziare l’effetto.

La dr. Karen Wright e colleghi hanno esaminato campioni di tessuti intestinali di persone sane e di malati di malattie infiammatorie intestinali. Recettori CB1 e CB2 sono stati trovati in diversi tessuti dell’intestino crasso di entrambi i gruppi. Tuttavia, i pazienti avevano un numero molto maggiore di recettori CB2 nell’epitelio interessato dalla malattia. L’attivazione dei recettori CB2 da parte dei cannabinoidi facilitava la guarigione dei tessuti. Questa osservazione fornisce un razionale per il trattamento di malattie come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa con farmaci a base di cannabis.

Quando le persone hanno malattie infiammatorie intestinali il loro sistema immunitario produce infiammazione in aree diverse del tubo digerente. Ciò causa sintomi come dolore e accessi di diarrea. Occasionalmente, persone con malattia di Crohn e colite ulcerosa hanno riferito che la loro sintomatologia migliora con l’uso di cannabis. I primi studi clinici con estratti di cannabis nella malattia di Crohn sono in corso all’Università di Monaco (con il Cannador) e da parte della GW Pharmaceuticals inglese (con il Sativex).

(Fonti: BBC News del 31 luglio 2005; Wright K, Rooney N, Feeney M, Tate J, Robertson D, Welham M, Ward S. Differential expression of cannabinoid receptors in the human colon: cannabinoids promote epithelial wound healing. Gastroenterology 2005;129(2):437-53)

Canada/USA — La polizia canadese perquisisce la sede del partito “British Columbia Marijuana Party”

La polizia canadese, agendo all’ordine di ufficiali USA, ha perquisito la sede del partito “British Columbia Marijuana Party” (BCMP) a Vancouver il 22 luglio e ha arrestato il suo leader Marc Emery. Emery e due altri sono accusati dagli USA di cospirazione per la produzione di cannabis, cospirazione per la distribuzione di semi di cannabis negli USA e cospirazione per riciclaggio di denaro. Gli USA chiederanno l’estradizione.

Il 2 Agosto il giudice Patrick Dohm ha liberato Emery su cauzione di 50.000 dollari. Ha detto che Emery può continuare il suo lavoro politico per il Marijuana Party. Emery avrà anche il permesso di continuare a gestire la sua libreria in cui vende semi di cannabis, e potrà rimettere attività la sua rivista Cannabis Culture.

Il suo avvocato John Conroy ha detto che il caso contro Emery è ingiusto, perché la polizia canadese non l’ha mai accusato durante i nove anni in cui ha venduto i semi. Health Canada indirizzava le persone che volevano comprare semi a siti web come quello di Mr. Emery. E ora invece aiutano gli americani”, ha detto in una conferenza stampa.

(Fonti: Canadian Press del 2 Agosto 2005, Cannabis Culture del 29 luglio 2005)

Notizie in breve

Spagna — Studi clinici con il Sativex

Iniziando il prossimo autunno, circa 600 pazienti saranno arruolati in studi clinici per trattare diverse malattie con l’estratto di cannabis Sativex. I pazienti sofferenti di cancro, malattie neurologiche o AIDS saranno inclusi negli studio presso sei ospedali catalani che partecipano al programma. Si vorrebbero includere 65 pazienti con dolore neuropatico da sclerosi multipla (SM), 65 con spasticità dovuta a SM, 130 pazienti con altre malattie neurologiche, 40 pazienti con AIDS sofferenti di perdita di appetito, e 60 malati di cancro sottoposti a chemioterapia. Se il trattamento di nausea e vomito indotti dalla chemioterapia si dimostra efficace, si vorrebbero trattare ulteriori 240 pazienti con il Sativex, che sarà importato dal Canada. (Fonte: El País del 28 luglio 2005)

Argentina — Il ministro della salute è a favore dell’uso medico

Il ministro della salute Ginés González García ha detto di essere a favore dell’uso medico della cannabis ma di essere contro la legalizzazione delle droghe. Ha sottolineato che anche la morfina è usata per la cura del dolore. (Fonte: Inforegion del 24 luglio 2005)

Scienza — Schizofrenia

Scienziati israeliani propongono che l’associazione fra uso di cannabis e aumentato rischio di schizofrenia, osservata in studi recenti in Svezia, Olanda, Nuova Zelanda e Israele potrebbe non essere causale. Diversi studi hanno riportato un’associazione fra i geni che codificano il recettore dei cannabinoidi e la schizofrenia. I ricercatori scrivono: "Una spiegazione alternativa dell’associazione fra uso di cannabis e schizofrenia potrebbe essere che la patologia del sistema cannabinoide nei malati di schizofrenia è associata sia con un aumento del tasso di uso di cannabis che con un rischio aumentato di schizofrenia, senza che la cannabis sia un fattore causale della schizofrenia." (Fonte: Weiser M, Noy S. Dialogues Clin Neurosci. 2005;7(1):81-5.)

Scienza — Uso di cannabis e rischio di cancro

Gli scienziati dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), un’istituzione dell’OMS, hanno esaminato i dati epidemiologici su uso di cannabis e cancro. Due studi di coorte e 14 studi caso-controllo sono stati esaminati. I risultati sono stati contraddittori e la maggior parte degli studi non hanno trovato una chiara associazione fra l’uso di cannabis use e il cancro. Tuttavia, gli scienziati hanno notato che “non sono disponibili studi sufficienti per valutare adeguatamente l’impatto della marijuana sul rischio di cancro. I molti limiti degli studi del passato includono la possibile mancata dichiarazione di uso dove l’uso di marijuana è illegale, la scarsa numerosità dei campioni, e il basso numero di consumatori “pesanti” di marijuana nel campione." (Fonte: Hashibe M, et al. Alcohol 2005;35(3):265-75)